Theodore Duret
Nell'agosto del 1865 Manet decise infine di andare a vedere i Velasquez e i Goya del Prado. Era a Madrid da ventiquattro ore e gia pensava al ritorno, disgustato dal cibo nauseabondo cucinato con olio d'oliva non raffinato. E fu proprio questo cibo che rifiutava di ingerire a fargli conoscere un viaggiatore che sarebbe diventato suo amico e difensore entusiasta: Theodore Duret. Quest'ultimo, al ristorante dell'Hotel de Paris a Puerta del Sol, era seduto di fronte a lui. E si stava abboffando con tanta ghiottoneria che Manet, che respin-geva i piatti che gli venivano presentati, vide in quest'atteggiamento una specie di provocazione. «Ma insomma, signore!...» esclamo furibondo, fissando il compagno. L'altro scoppio in una risata, e spiego che, essendo appe-na arrivato da Lisbona dove il cibo era ancora piu schifoso di quello di Madrid, tutto quanto gli veniva offerto gli sembrava squisito. A sua volta Manet si mise a ridere e due, cominciando a chiacchierare, scoprirono di avere dei gusti in comune. Tanto che Manet, felice di aver incontrato finalmente qualcuno con cui parlare, decise di rimandare il suo ritorno in Francia. Con Duret ando alia corrida, apprezzo gli svaghi della Puerta del Sol, dei suoi caffe frequentati da toreros e dalle provocanti senoritas del Paseo del Prado. Ma questo gli basto: ando al museo ma trascuro moiti dei posti che gli erano stati segnalati da Zacharie Astruc prima della sua partenza. Tuttavia, alia fine l'alimentazione lo costrinse a rientrare in patria: seguitava a non mangiare. Dopo una settimana, morendo di fame, sfinito, attraverso la frontiera: decisamente, era meglio dipingere la Spagna a Parigi! Del resto dopo questo viaggio non avrebbe piu dipinto soggetti spagnoli. La nausea, senza dubbio.